giovedì 31 gennaio 2013

Giardini nascosti




 
Amo la libertà de' tuoi romiti
vicoli e delle tue piazze deserte,
rossa Pavia, città della mia pace.
Le fontanelle cantano ai crocicchi
con chioccolìo sommesso: alte le torri
sbarran gli sfondi, e, se pesante ho il cuore,
me l'avventano su verso le nubi.
Guizzan, svelti, i tuoi vicoli, e s'intrecciano
a labirinto; ed ai muretti pendono
glicini e madreselve; e vi s'affacciano
alberi di gran fronda, dai giardini
nascosti. Viene da quel verde un fresco
pispigliare d'uccelli, una fragranza
di fiori e frutti, un senso di rifugio
inviolato, ove la vita ignara
sia di pianto e di morte. Assai più belli
i bei giardini, se nascosti: tutto
mi pare più bello, se lo vedo in sogno.
E a me basta passar lungo i muretti
caldi di sole; e perdermi ne' tuoi
vicoli che serpeggian come bisce
fra verzure d'occulti orti da fiaba,
rossa Pavia, città della mia pace.


(Ada Negri)

martedì 29 gennaio 2013

Tanka






Spense la pioggia
il colore dei fiori
mentre io guardavo
vanamente passare
questa donna nel mondo.

 (Ono no Komachi)

 



lunedì 28 gennaio 2013

Dislocamenti




Si vive da acrobati nelle scissioni plurime
saltellando qua e là ondivaghi a caccia
di parti implose e finite nei recessi infiniti
d’inconsci di tutti i tipi e parti esplose
disseminate e visibili ma inarrivabili
per la loro folle mobilità
nell’area della ritrosia.
Il pensiero sottratto dunque
dondola a pochi metri dal corpo
lo si contempla come forma vagante
desiderante e non pregnante,
da cui giungono riflessi di fragili ragioni
reperti di logiche erranti
fanali tenui nella notte senza stelle.
Alle pareti del cervello
vi sono ancora intonacate congetture
ipotesi di pensiero a venire,
nessuno può dire se sarà unitario
dopo il grande sbando di fuga
se tornerà ad esprimersi, tutto blando e feroce.

(Vito Riviello, L’onesto risparmio)

domenica 27 gennaio 2013

A spiaggia non ci sono colori

 

      

A spiaggia non ci sono colori
la luce quando è intensa uguaglia
la sua assenza
perciò ogni presenza è smemorata e senza trauma
acquisita solitudine
Le parole hanno la sorte dei colori
disteso
sulla sabbia parla un altro
sulla sabbia supino con le mani
dietro la testa le parole vanno in alto
chi le insegue più
bocconi con le mani sotto il mento
le parole scendono rare
chi le collega più
sembra meglio ascoltare
in due
il tuo corpo e tu
ma il suono senza intervento è magma è mare
non ha senso ascoltare
Il mare è discreto il sole
non fa rumore
il mondo orizzontale è senza qualità
La sostanza
è sostanza indifferente
precede
la qualità disuguaglianza.

(Elio Pagliarani, da La ballata di Rudi - 1995)

sabato 26 gennaio 2013

Nulla due volte accade

 
 
Nulla due volte accade
nè accadrà. Per tal ragione
si nasce senza esperienza,
si muore senza assuefazione.

Anche agli alunni più ottusi
della scuola del pianeta
di ripeter non è dato
le stagioni del passato.

Non c'è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
nè due baci somiglianti,
nè due sguardi tali e quali.

Ieri, quando il tuo nome
qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato.

Oggi, che stiamo insieme,
ho rivolto gli occhi altrove.
Una rosa? Ma cos'è?
Forse pietra, o forse fiore?

Perchè tu, malvagia ora,
dài paura e incertezza?
Ci sei perciò devi passare.
Passerai e qui sta la bellezza.

Cercheremo un'armonia,
sorridenti tra le braccia,
anche se siamo diversi
come due gocce d'acqua

(Wislawa Szymborska )

venerdì 25 gennaio 2013

Senza bussola


 Secondo Darwin avrei dovuto essere eliminato
 secondo Malthus neppure essere nato
 secondo Lombroso finirò comunque male
 e non sto a dire di Marx, io, petit bourgeois
 scappare, dunque, scappare
 in avanti in indietro di fianco
 (così nel quaranta quando tutti) ma
 permangono personali perplessità
 sono ad est della mia ferita
 o a sud della mia morte?

(Luciano Erba, L'ipotesi circense)


 

giovedì 24 gennaio 2013

COLD IN HAND BLUES



¿Y qué es lo que vas a decir?
Voy a decir solamente algo.
¿Y qué es lo que vas a hacer?
Voy a ocultarme en el lenguaje.
¿Y por qué?
Tengo miedo.

(Alejandra Pizarnik, L’inferno musicale, 1971) 
 

E cosa dirai?
Mi limiterò a dire qualcosa.
E cosa farai?
Mi nasconderò nel linguaggio.
E perché?
Ho paura.


mercoledì 23 gennaio 2013

A uno sconosciuto


 
 
Passing stranger! you do not know how longingly I look upon you,
You must be he I was seeking, or she I was seeking, (it comes to me
as of a dream,)
I have somewhere surely lived a life of joy with you,
All is recall'd as we flit by each other, fluid, affectionate,
chaste, matured,
You grew up with me, were a boy with me or a girl with me,
I ate with you and slept with you, your body has become not yours
only nor left my body mine only,
You give me the pleasure of your eyes, face, flesh, as we pass, you
take of my beard, breast, hands, in return,
I am not to speak to you, I am to think of you when I sit alone or
wake at night alone,
I am to wait, I do not doubt I am to meet you again,
I am to see to it that I do not lose you.
 (Walt Withman)


Sconosciuto che passi! non sai con quanto desiderio io ti guardo,
tu devi essere colui che io cercavo, o colei che cercavo (mi arriva come da un sogno),
certamente ho vissuto in qualche luogo una vita di gioia con te,
tutto è ricordato, mentre passiamo l’uno vicino all’altro, fluido, amorevole, casto, maturo,
sei cresciuto con me, sei stato ragazzo o ragazza con me, io ho mangiato e dormito con te, il tuo corpo è diventato
qualcosa che non appartiene soltanto a te, né ha lasciato che il mio restasse mio soltanto,
mi hai dato il piacere dei tuoi occhi, del tuo volto, della tua carne, mentre io passo, tu ne prendi in cambio dalla mia barba, dal mio petto, dalle mie mani,
non devo parlarti, devo pensarti quando seggo da solo o veglio la notte da solo,
devo aspettarti, non dubito che ti incontrerò ancora, e a questo devo badare, di non perderti.

 

martedì 22 gennaio 2013

Alla mia terra




lo so che nulla potrà mutare
il nero della mia gente,
il soliloquio scende
come una sera di scirocco
e non ha ragioni, non ha patria.
Io so che nulla potrà spiegare
la testa dura dei bambini,
mia madre non sa calmarli,
scende per i vicoli la stella
e da ogni casa
pare che venga e sia lontano il mare.
Io so che nulla si consuma
e profumo di mura e vecchie notti
un vento solitario come ardendo
nelle donne trabocca. La rovescia
nella polpa degli occhi il solleone.
Anneriscono ardendo. Lo spiraglio
delle notti festose, il brulichio
dei gioielli di voto, in un biroccio,
di sonagli dirupa.
Io so che il corpo ammala ove l'abbaglio
d'un ritratto è funesto,
il fuochista d'argento stralunato
nella stanza del porto.
Il mare ventilava i suoi capelli.
Io so che nulla potrà mutare.
Il cuore della mia gente,
il pianto dentro i muri nella sera,
i paesi violati da un respiro
di vento appena.
I morti nuovi brucerà l'estate,
fumerà l'azzurro
dai ruderi che l'afa slarga al mare.
Ossessa ossessa,
mia terra fedele al soliloquio
che sale incontro ai monti e le gramaglie
trascina, le sue colpe,
l'innocenza ferita come un figlio.

(Alfonso Gatto, La storia delle vittime)


lunedì 21 gennaio 2013

Non chiederci la parola


 
 
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

(Eugenio Montale da Ossi di seppia)


domenica 20 gennaio 2013

Tra i rami, dopo i rami



 
 
 
Lo distinguo davvero, ora che manca.
L'albero che fu il perno dissestato del campo,
cancellato è più mio, posso parlarlo.
Al vento mancano i rami per far musica
ma un ramo altrove è il fuoco di pienezza
che accelera l'annata, senza nidiate domani.
Di quanto rattrappisce sotto l'ultima assenza,
di tanto ci ripaga, nella zona
che si disse albero, un polline sulla cenere:
neanche una cicatrice si rileva,
tutto è in pari, e il fuoco pende in qua.



(Silvio Ramat, da In parola, 1973)

sabato 19 gennaio 2013

Cos'altro posso chiedere al destino?






Cos'altro posso chiedere al destino?
Ho visto albe e tramonti e boschi e estati,
ho disegnato sulla neve
con un bastoncello leggero,
e mi pareva breve
ogni ora definitiva.



(Carlo Levi, Poesie inedite, 1932- 1946, Carlo Mancosu Editore)

venerdì 18 gennaio 2013

Il desiderio.






Il desiderio è scivolare in sé,
è un ombelico interno che concentra
ogni energia, la rapida che preme
sul pettine ruggente della diga. 

E’ scrimolo infernale, il punto-crisi
dell’acqua che sprofonda verso i quieti
allegretti del fiume. Ma mi si stringe
crudelmente la morsa del salto.


(Maria Luisa Spaziani)

giovedì 17 gennaio 2013

Senza di te tornavo, come ebbro



Senza di te tornavo, come ebbro,
non più capace d'esser solo, a sera
quando le stanche nuvole dileguano
nel buio incerto.
Mille volte son stato così solo
dacché son vivo, e mille uguali sere
m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
le campagne, le nuvole.
Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
della fatale sera. Ed ora, ebbro,
torno senza di te, e al mio fianco
c'è solo l'ombra.
E mi sarai lontano mille volte,
e poi, per sempre. Io non so frenare
quest'angoscia che monta dentro al seno;
essere solo.


P. P. Pasolini

(1945-1946)

mercoledì 16 gennaio 2013

Cose elementari




 

In modo maldestro, con ago grosso, con
filo grosso,
si attacca i bottoni della giacca. Parla da
solo:

Hai mangiato il tuo pane? Hai dormito
tranquillo?
Hai potuto parlare? Tendere la mano?
Ti sei ricordato di guardare dalla finestra?
Hai sorriso al bussare della porta?

Se la morte c'è sempre, è la seconda.
La libertà sempre è la prima.
 
(Yiannis Ritsos)
 
 

martedì 15 gennaio 2013

Recorto a minha sombra...

 
 
Recorto a minha sombra da parede,
Dou-lhe corda, calor e movimento,
Duas demãos de cor e sofrimento,
Quanto baste de fome, o som, a sede.

Fico de parte a vê-la repetir
Os gestos e palavras que me são,
Figura desdobrada e confusão
De verdade vestida de mentir.

Sobre a vida dos outros se projecta
Este jogo das duas dimensões
Em que nada se aprova com razões
Tal um arco puxado sem a seta.

Outra vida virá que me absolva
Da meia humanidade que perdura
Nesta sombra privada de espessura,
Na espessura sem forma que a resolva.

José Saramago em :Os Poemas Possíveis
 

Ritaglio l’ombra mia dalla parete,
le do corda, calore e movimento,
due mani di colore e di tormento,
quanto basta di fame, e suono e sete.

In disparte, la vedo replicare
i gesti e le parole che mie sono,
figura duplicata e confusione
di verità vestita di menzogna.

Sulla vita degli altri si proietta
questo gioco a due dimensioni
in cui nulla si prova con ragioni
come arco teso privo di saetta.

Verrà un’altra vita che mi assolva
da questa mezza umanità che dura
in quest’ombra che lo spessor trascura,
nello spessor ch’è informe e non risolve.

Josè Saramago