lunedì 31 ottobre 2016

Assioma poetico



Ci sono due ipotesi di senso oltre
quella che la poesia indica: la prima,
parla di ciò che sento;
la seconda, a ciò che penso di quel
che sento. Ma l’altra ipotesi, che
non è nella prima né nella seconda
posibilità, è quella che parla di ciò che
penso di quello che sento e, d’altro
lato, di ciò che sento di quel che penso. Se
non so, per certo, qual è delle due la più certa,
è perché ciò che c’è di più certo è
l’incerto, e quanto più è incerto tanto più
lo sento come certo. Giungo, perciò,
a una conclusione: la terza ipotesi
deriva dalle prime due, e ciò che
penso mi fa sentire che sento solo
perché penso, però potrei anche
pensare che lo sento solo perché
non c’è senso senza sentimento.

(Nuno Júdice, De A matéria do poema, Ed. Dom Quixote, Lisboa, 2008)

Disse: Credo nella poesia, nell'amore, nella morte



Disse: Credo nella poesia, nell'amore, nella morte,
perciò credo nell'immortalità. Scrivo un verso,
scrivo il mondo; esisto; esiste il mondo.
Dall'estremità del mio mignolo scorre un fiume.
Il cielo è sette volte azzurro. Questa purezza
è di nuovo la prima verità, il mio ultimo desiderio. 

(Yannis Ritsos)

sabato 29 ottobre 2016

Giovane


Mille porte fa
quando ero una ragazzina solitaria
in un'enorme casa con quattro
garage e se ben ricordo
era estate,
di notte mi sdraiavo in giardino,
il trifoglio raggrinzito sotto di me,
le sagge stelle distese sopra di me,
la finestra di mia madre un imbuto
da cui usciva un calore giallo,
la finestra di mio padre, socchiusa,
un occhio dove passa chi dorme,
e le assi della casa
erano lisce e bianche come cera
e probabilmente milioni di foglie
navigavano come vele sui loro strani gambi
mentre i grilli ticchettavano all'unisono
e io, nel mio corpo nuovo di zecca,
non ancora di donna,
facevo domande alle stelle
e credevo che Dio potesse veramente vedere
il calore e la luce colorata,
i gomiti, le ginocchia, i sogni, la buonanotte.

(Anne Sexton, La zavorra dell'eterno, Crocetti Editore 2016)

giovedì 27 ottobre 2016

Una lettura


Pioveva fuori.
Aprii il libro di Odisseo
e il libro cominciò con la sconfitta.
Sotto, immaginai, c’era la fitta
schiera di cimieri e alte controcielo
le aste dei barbari di Grecia;
sulle muraglie rosse,
ma in lontananza, e delicate come
il verde degli steli fra le pietre,
quelle dei fanti d’Ilio sbigottiti.
L’incantatore greco,
qui mi conduce e qui trema – pensai –
in mezzo a questa piana di polveri e di terre
che hanno veduto rompersi difesa
e forza e rovinare all’urto
del combattente acheo
le armi d’Ettore, il fuoriclasse d’Asia.
Pioveva fuori,
dentro l’oscillare del pendolo
tagliava minuti e il frusciare
teso dei fogli.
Per tre volte intorno alle mura
e trenta miglia almeno,
legati gli stinchi al carro di guerra,
sconcio e scempio facendone,
Achille trascinò le spoglie
del principe di Priamo
finché, estenuata, la ferocia
ricadde come polvere sul campo.
Lì posava la testa bruna d’Ettore
e potevi vedere
di sotto le palpebre malchiuse
il bianco delle sclere rovesciate
e potevi sentire,
ma prima che Achille in alto levasse
via nel cielo
asta di frassino e urlo di vittoria,
salire dal corpo del vinto
il silenzio del vincitore vero.

(Pierluigi Cappello, da Assetto di volo. Poesie 1992-2005)

mercoledì 26 ottobre 2016

(gocce)



L'inverno e la sua fine
escono da quei monti
nel cielo
             alla battaglia,
esitano l'uno
e l'altra, essi, rapiti
             a quella luce
di politissimo cristallo,
alla flagranza delle valli,
                   e ora
un poco si osservano a distanza,
un poco si mischiano e si azzuffano
finché grandine o vento non sbaraglia
l'incertezza dello scontro.
Ci ottenebra, noi stille
                   sorprese in medio campo
un infittito scroscio,
                ci affoga
l'uragano, sgombra
poi il sole
               i celesti rimasugli
del furente nubifragio.
È inverno o primavera? Non lo sappiamo,
              siamo
e non siamo niente
nella molteplicità delle apparenze,
però dentro la vita, dentro
il meraviglioso istante.


(Mario Luzi)

sabato 22 ottobre 2016

Attendere





Nella distanza che c’è
tra il qui dove insisto
e lo spigolo di quel palazzo
da cui potrebbe sbucare
il tempo,
passa tutto il vero
di questa attesa
e dello scorrere
del tempo perso
che su questo marciapiede
è sempre più nostro.

(da Istanti all'Infinito, poesie/cantiere)

giovedì 20 ottobre 2016

Muro







In certe ore
sopra il distributore di benzina
un muro nudo si illumina
e sta contro l’azzurro
come una luna.

A un certo punto uno
abita qui davvero
e guarda in faccia queste case, e impara
a stare al mondo,
impara a parlare al muro.

Impara la lingua,
ascolta la gente in giro.
Incomincia a vedere questo posto,
a sentire
nel chiaro dei discorsi
la luce di questo muro.


(Umberto Fiori)



giovedì 13 ottobre 2016

Dove trovare "Contare le parole"?

Cari Amici,
dove potete trovare Contare le parole?

Presso La Libreria Volante di Lecco e ordinabile in tutte le librerie.

Oppure:





Oppure:




Oppure:














E, naturalmente, partecipando alle prossime letture pubbliche nelle quali lo presenteremo.

Vi aspetto!
ml

mercoledì 12 ottobre 2016

Non Chiederci La Parola


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

(Eugenio Montale, Non chiederci la parola)

domenica 2 ottobre 2016

"Contare le parole" alla Libreria Volante di Lecco

È stata una serata bellissima, ricca di parole piene e di orizzonti altri. 
Ringrazio tutti i presenti per l'ascolto attivo, Antonio Oleari per la lettura limpida e, ovviamente, i librai volanti per l'ospitalità!
Evviva!
ml